GRECANICA, L’ESSENZA
Suoni, voci e immagini della Calabria Greca
Collana di DocuFilm
a cura di Med Media – Cooperativa Lombardi Satriani

GRECANICA, l'ESSENZA L'Area

L’Area Grecanica raccontata dalle suggestioni di due musicisti-camminatori, Robert Piérchaud e Jill Alessandra Mc Coy. Ogni anno tornano a ripercorre i luoghi dove hanno incontrato persone e paesaggi che ancora ispirano alcune loro composizioni. Ciccio Nucera, Salvino Nucera, Mimmolino Nucera, Salvatore e Donatella Maesano, Giovanni Maisano, Elio Pizzi, Ugo Sergi, Peppe Battaglia, Madre Stefania, Pasquale Modafferi, Nino Altomonte, Antonio Zaffina, Carmelo Pansera e Peppe Battaglia sono testimonianze di una cultura che fa delle proprie radici la forza dell’innovazione.

A piedi tra la gente

Ospitalità diffusa e trekking, sostenibilità di un modello turistico basato sul rapporto diretto tra chi visita l’area inerpicandosi per sentieri e fiumare e chi ci vive e produce, come Marcello Manti che a Cardeto propone prodotti e cucina rispettosi dei luoghi e dei cicli naturali. Andrea Laurenzano guida i camminatori e le voci dei turisti esprimono stupore per la scoperta di ambienti naturali inaspettati e per l’accoglienza nelle vecchie case sapientemente ristrutturate, come quella di Alessandra Ghibaudi a Bova o come quelle tipiche tra i bergamotteti di Ugo Sergi ad Amendolea.

Palchi di pietra v

Gli attori della Compagnia Teatrale “Carmen Flachi” portano in scena, tra i vicoli di Pentedattilo, le memorie e le fiabe dell’Area Grecanica. L’antico borgo si trasforma in uno straordinario palco teatrale.

L'ulivo e la ginestra

La vegetazione dell’area, tra il verde argenteo degli ulivi e l’oro delle spighe di grano, segno delle caratterizzazioni antropiche del paesaggio. L’esplodere del giallo intenso della ginestra in primavera, espressione di rigogliosa flora mediterranea.

In memoria di Agostino Siviglia

La vita intensa e caparbia e il legame con il proprio paese raccontati dalla voce e dai versi di Salvatore e Agostino Siviglia.

La parola e la bellezza

La famiglia Squillaci e la scuola di grecanico, gli allievi e la passione per la cultura del bello che la lingua tramanda.

La musica e il vento

Il fuoco e la festa. U camiddu e u camiddaru, il ballo, le macchine pirotecniche e gli strumenti musicali. La musica percorre la valle intrecciando sonorità naturali e le note dell’organetto di Ciccio Nucera.

Tra le stelle e le cicale

A Roccaforte del Greco un telescopio per osservare le stelle, il cielo dell’Area Grecanica la notte brilla solo della loro luce. Angela Misiano descrive questa straordinaria opportunità e un suo allievo, Carmelo Nucera, roccafortese, dà voce ad un paese che diventa simbolo della volta celeste nella vallata dell’Amendolea.

In punta di coltello

Borracce di gelso nero incise finemente dalla punta di un coltello di pastori, musulupare per dar forma al formaggio e da regalare alla propria amata, collari dall’intaglio pregiato per le campane delle greggi. Marcello Manti descrive le misure in metallo per l’olio, le ceste di canne e di ginestra e le ceramiche per le conserve alimentari. Un anziano intagliatore a Staiti realizza stoviglie in legno e oggetti d’uso quotidiano.

La Madonna dei Greci

La comunità di Gallicianò si raccoglie in preghiera nella minuscola chiesa ortodossa del borgo. Padre Elia celebra il rito religioso. Madre Stefania ritrova tra queste piccole case abbarbicate sulle pendici dell’Aspromonte la spiritualità dei monasteri dell’Egeo. Riti ed eventi nelle testimonianze di Mimmolino Nucera, custode e memoria visiva della lingua e della tradizione. Le opera del maestro Sergej Tikhonov, iconografo russo, e il Museo delle Icone dei Santi italo greci di Staiti.

La preghiera e la festa

La musica scansione del tempo quotidiano e della festa. Valentino Santagati interprete di riti e storia del territorio. Salvatore Maesano costruisce insieme alle donne di Roghudi le Pupazze, omaggio alla primavera, tra mito e devozione religiosa.

Borghi della memoria

Il Laboratorio di Arte Pubblica I Majia, Paola e Stefania Gareri e gli studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria tra i ruderi dei borghi abbandonati. Un racconto di strade e sentieri, di paesaggi naturali ed antropizzati.

U spiritu, l'oro tra le foglie

La storia di un pregiato frutto, il bergamotto, che matura solo su questo territorio. Le sue tante proprietà benefiche nel racconto appassionato di Elio Pizzi. Lungo il corso della fiumara Amendolea Ugo Sergi, avvocato, dedica il suo tempo alla coltivazione della terra di famiglia. Dello “spirito” del bergamotto ne fa coltura biologica e filosofia di vita e di accoglienza.

Dalla terra e dell'uva

I vigneti “eroici”, simbolo di un territorio aspro ma generoso verso chi ne apprezza l’unicità. Nino Altomonte coltiva le sue vigne godendo della vista del sole che all’alba sorge sul mare Jonio, Carmelo Pansera accetta la sfida di trarre dalla sua terra prodotti di eccellenza, Antonio Zaffina riconosce al vino di Palizzi la forza e la tenacia della gente grecanica.

Terra quotidiana

Il ritorno alla terra dei padri “che non avevano gli strumenti per sperare in uno sviluppo sostenibile dell’attività agricola”. Giovanni Maisano coltiva grano autoctono tra le colline di San Pantaleo dopo essere stato emigrato. Scommette sul futuro in queste terre per se e per i suoi familiari. Il professore Orlando Sculli dedica le sue giornate a “salvare” dalla globalizzazione vitigni secolari del mediterraneo.

Uno scrigno nella valle

Il racconto di un motociclista, Gianfranco D’Aguì, che vagando tra le strade dell’Aspromonte s’imbatte in un borgo a lui, reggino, sconosciuto. L’ospitalità della gente, che si esprime con parole che non capisce, lo legano così tanto al luogo da portarlo a cambiare la sua vita. Si dedicherà alla conoscenza e allo studio della cultura e della lingua dei Greci di Calabria.

Una storia di poeti

Domenico Minuto, storico e testimone dell’Area Grecanica. Salvino Nucera, interprete di un legame antico tra la gente e il territorio. Il racconto della storia scopre luoghi che conservano valori millenari mentre i versi del poeta trascendono gli eventi del tempo, sono l’anima che ancora dà vita alla memoria.

Del grano e del pane

I dolci, la lestopitta. Donatella e Salvatore Maesano producono farine da maiorca e grano duro. La gente racconta di lievito e di pane, di olio e carciofi selvatici, di formaggio e di miele. Forni a legna, in casa e in paese, cuociono ‘ngute, cudduraci e scaddateddi.

Tra ricami di fiumare

Alfonso Picone e Peppe Battaglia si alternano nel racconto del paesaggio naturale ed antropico dell’Area Grecanica, i Laboratori di Arte Pubblica di Giovanni Muraca tra i vigneti di Palizzi e di Antonio Pujia della terra e della memoria.

La capra e la tartaruga

Antonio Mingozzi descrive la schiusa delle uova di Caretta-Caretta, sulla spiaggia dove la luna si riflette sul mare che è la via della vita. La costa delle tartarughe, dove le testuggini ritornano dopo molti anni a deporre le uova: istinto naturale e metafora della conservazione di antiche radici. E poi il racconto di una terra dove l’aquila del Bonelli riprende il volo, i fenicotteri trovano ristoro nei pantani di Saline, lo sguardo immobile delle capre fissa l’insieme scultoreo di paesaggi e animali, quasi patto ancestrale tra selvatico e domestico.

Costa delle Tartarughe

La costa grecanica, unica “Costa delle Tartarughe” in Italia, è oggi riconosciuta come la principale area di nidificazione della tartaruga marina in Italia.Non è un primato da poco ed è una scoperta recente.
Il periodo di deposizione inizia a fine maggio e può proseguire fino ad agosto inoltrato, anche se il 50% dei nidi è generalmente deposto tra la metà di giugno e luglio. Una volta deposte le uova in una buca scavata nella sabbia (profonda tra i 30 e i 50 cm), la femmina di tartaruga torna in mare, abbandonando la sua nidiata. Le uova saranno “covate” dal calore della sabbia, per un periodo variabile tra i 45 e i 70 giorni.
Alla schiusa, i piccoli risalgono la cavità e, una volta emersi (di norma nelle ore notturne), si dirigono subito verso il mare, dove trascorreranno molti anni (almeno 15-20) prima di tornare, raggiunta l’età adulta, a riprodursi sulle stesse spiagge in cui sono nate.